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Differenze tra FFP2 e FFP3: Scopri quali sono le differenze tra le Mascherine FFP2 e le Mascherine FFP3 tanto citate in questa pandemia COVID-19.

Per avere la certezza di essere ben protetti dai contagi da COVID-19 è necessario indossare una serie di DPI, ossia di Dispositivi di Protezione Individuale, come guanti e, soprattutto, mascherine.

In commercio ci sono differenti tipologie di mascherine, come quelle chirurgiche o quelle di tipo FFPx o le KN9x: ma come scegliere quelle migliori? E soprattutto, quali sono le differenze tra le varie tipologie?

In questo post si prenderanno in considerazione soprattutto due diversi tipi di mascherine protettive, ossia la FFP2 e la FFP3.

Prima, però si vuole ricordare che la sigla FFP sta per Filtering Facepiece Particles, ossia facciale filtrante di particelle mentre il numero che viene associato ad ogni mascherina indica il livello di protezione, ossia le caratteristiche tecniche della mascherina stessa.

Le mascherine FFP2

Le mascherine FFP2 sono modelli molto protettivi, in grado di garantire una proprietà filtrante pari al 94% circa. Proprio per questo motivo sono molto utilizzate, tanto che in molte zone è diventato difficile trovarle in commercio.

Possono essere di tipo monouso o riutilizzabili: quando si acquistano è fondamentale valutare con attenzione la sigla indicata sulla confezione.

Infatti, se vi è indicata la lettera NR significa che la mascherina è monouso, ossia, Non Riutilizzabile. In questo caso è necessario buttarla dopo l’utilizzo. Se invece sulla confezione è riportata la lettera R, significa che la mascherina è riutilizzabile più volte.

Molti modelli riutilizzabili sono anche lavabili. Il lavaggio può essere effettuato, secondo quanto riportato sulle istruzioni rilasciate dal produttore, a mano o in lavatrice, a temperature massime di 60°C e utilizzando del normale sapone da bucato, meglio se neutro. In caso di mascherina con valvola, non ci si dovrà preoccupare tanto del lavaggio quanto piuttosto della sostituzione del filtro.

Anche in questo caso si dovranno seguire le indicazioni della casa di produzione che evidenzierà il numero di utilizzi da effettuare prima di procedere con la sostituzione.

Seguire le istruzioni della casa di produzione non solo permetterà di fare un utilizzo corretto delle mascherine, ma soprattutto ti eviterà di andare a incidere in maniera errata sul potere filtrante della mascherina specifica.

Le mascherine FFP3

I modelli di maschera FFP3 presentano un fattore di protezione maggiore rispetto a quello previsto per le mascherine FFP2.

Inoltre, a differenza di queste ultime che nascono come protezione da utilizzare quando si lavora in ambienti come ospedali o altri presidi sanitari, le FFP3 sono invece comunemente utilizzate per la protezione in ambito minerario, nonché nell’industria tessile, nel trattamento dei rifiuti, nell’industria siderurgica o in tutti quei presidi sanitari in cui si può entrare in contatto con persone infette per vari tipi di malattie.

Presentano un potere filtrante che viene definito pari al 99%, ossia sono in grado di proteggere in maniera quasi completa da particelle organiche e non caratterizzate da elevata tossicità.

Per quanto riguarda la possibilità di usare una mascherina più volte o di lavarla, anche per le FFP3 valgono le stesse regole riportate per le FFP2. Per questo è necessario controllare con attenzione quanto riportato in proposito dal produttore sulle confezioni.

Le differenze principali tra FFP2 ed FFP3

Come si può aver notato nella descrizione specifica dei due modelli, il principale elemento che distingue queste due mascherine è il grado di filtraggio, più basso nelle FFP2 rispetto alle FFP3.

Come già anticipato, infatti, nelle prime, il filtraggio è pari al 94% mentre nelle seconde arriva al 99%.

Ma tra i parametri che permettono di valutare la sicurezza di una mascherina si deve tenere conto anche della perdita verso l’interno.

Questa rappresenta la percentuale di aria che entra ugualmente all’interno della mascherina nonostante i filtri e raggiunge le vie respiratorie.

Questo parametro dovrebbe essere quanto più basso possibile, per assicurare a chi indossa la mascherina di essere realmente protetto.

Nel caso delle mascherine FFP2, la perdita verso l’interno è minore dell’8%.

Si tratta di un valore molto interessante, in grado di garantire un’elevata sicurezza.

Come già evidenziato le mascherine FFP3 sono più adatte a chi cerca una protezione maggiore.

E infatti anche per quanto riguarda la percentuale di aria che riesce a raggiungere le vie respiratorie, questa è più bassa, essendo del 4%.

Questo significa che garantiscono una protezione molto più adeguata rispetto alle mascherine FFP2.

Non solo COVID-19: da cosa proteggono le mascherine FFP2 ed FFP3

Negli ultimi mesi si parla di mascherine di protezione soprattutto in funzione della loro protezione al COVID-19.

Tuttavia, questi DPI sono stati inizialmente progettati per garantire la sicurezza durante la respirazione in determinati ambienti lavorativi.

E a seconda dei vari ambienti di lavoro, sarà necessario fare uso delle mascherine FFP2 oppure FFP3.

Le prime permettono di avere un’elevata protezione da polverifumo e aerosol, garantendo la massima sicurezza in ambienti lavorativi particolari.

I modelli di mascherina FFP3 sono in grado invece di assicurare un’elevata protezione anche contro polveri nocive perché cancerogene o radioattive, nonché contro batteri e virus.

Per concludere

Le differenze principali tra le mascherine FFP2 ed FFP3 sono date dal fatto che, essendo state progettate per scopi protettivi differenti, presentano un grado di sicurezza diverso e, nello specifico, la FFP3 è più performante e protettiva rispetto alla pur ottima FFP2.